Quando le pubbliche relazioni diventano spin



“Pochissime persone a questo mondo riescono a ragionare normalmente. Esiste una tendenza molto pericolosa ad accettare tutto ciò che si dice, tutto ciò che si legge, ad accettare senza mettere in discussione. Solo chi è pronto a mettere in discussione, a pensare autonomamente, troverà la verità! Per conoscere le correnti di un fiume, chi vuole la verità, deve entrare nell’acqua”

Suggestiva e inquietante allo stesso tempo, la frase introduttiva de "Gli stregoni della notizia" di Marcello Foa (Guerini e Associati) apre un varco nel viaggio attraverso le controversie di un fenomeno in forte crescita nei sistemi politici contemporanei, anche al di là dell'Occidente, lo spin.

Cosa sia lo spin è l'interrogativo che domina tutto il discorso di Foa, talvolta polemico, altre volte benevolo, ma tendenzialmente allarmato ed allarmante nei confronti di una pratica sempre più abusata, contraria agli stessi ordinamenti che giustificano la democrazia e la libertà di pensiero e di parola. Uno spin doctor allora chi è? Come lo si riconosce?

La risposta: lo stregone delle notizie. Colui che sa farle "girare" (spin), che sa aprire e chiudere i "cancelli dell'informazione" nella piramide ipotizzata da Maning White, quella che passa per le informazioni delle agenzie di stampa internazionali e finisce per essere controllata da chi sa come funzionano i media. Come Edward Bernays, nipote di Freud e padre morale dello spin del '900, esaltava le virtù ciniche e manipolatorie di una comunicazione improntata al controllo del consenso, allo spegnimento dello scandalo e all'ottundimento della criticità dell'opinione pubblica, così lo spin contemporaneo insabbia eventi "imbarazzanti", produce notizie false, opera in silenzio dietro ai più grandi leaders mondiali. Ecco cos'è lo spin: quel fenomeno sommerso di studio della comunicazione di un politico e della sua immagine fin nei minimi particolari, affinché quest'ultimo possa accattivarsi non solo voti e potere, ma anche ammirazione e stima, fino al massimo obiettivo possibile, l'identificazione.

Basti pensare alle photo opportunities o ai recenti scandali sulla guerra in Iraq, che tanto ha faticato e tanto fatica a trovare una motivazione reale, cristallina e fondata per esistere, dalle carceri di Abu Ghraib alle stragi di marines e civili innocenti, dalle conferenze stampa alle repentine rettifiche dei "passi falsi" del presidente Bush Jr. e del suo staff.

Karl Rove, Alastair Campbell, Bernard Ingham, Peter Mandelson: tutti nomi poco noti, o noti agli "addetti ai lavori", ma che di fatto fanno la politica mondiale, nascosti dietro i grandi sorrisi dei potenti della Terra. L'analisi di Foa è una lucida fotografia panoramica degli ultimi 60 anni, tra guerre mai spiegate ed elezioni vinte inspiegabilmente dalla suggestione, più che dall'argomentazione razionale. La questione dello spin è disegnata con le linee dell'etica, più che della politica tout court, perché comporta implicazioni significative anche sul piano della libertà di stampa e della sua controparte molto spesso dimenticata, ma altrettanto importante, il diritto ad essere informati.

E allora lo spin è una violazione, una manipolazione paradossalmente intricata con i sistemi democratici parlamentari, maggiore dove il partito soccombe sotto la predominanza del leader (ad es. negli USA), più contenuta nei paesi dove il partitismo frammenta il potere (ad es. in Italia), ma presente ovunque, in un modo o nell'altro: in Europa, nei paesi in via di sviluppo e persino nei casi meno probabili. Si pensi alla Svizzera, che ha dovuto dotarsi di collaborazioni con le agenzie di pubbliche relazioni che producono lo spin, per mettersi in relazione internazionale con l'Unione Europea e le altre organizzazioni sovranazionali.

Gli stregoni delle notizie allora compiono la loro magia e orchestrano a colpi di false identità, false testimonianze, falsi ottimismi e falsa spontaneità la loro "pozione magica" che fa di un uomo politico un leader affermato. Nulla di sbagliato nella pubblica relazione, molto di controverso nello spin.


Blog di Marcello Foa: http://blog.ilgiornale.it/foa/

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