Giornalismo tradizionale e Giornalismo Digitale, conflitto o convergenza?

Un punto importante è la distinzione tra giornalismo tradizionale e giornalismo digitale, perché quello tradizionale è stato totalmente innovato dal coinvolgimento della tecnologia digitale, che ha inciso sui tempi di diffusione della notizia (giornalismo in diretta, cioè in tempo reale), sulla modalità di distribuzione del cartaceo (controllata da codici a barre, sensori informatici specifici, ecc.) e sulla possibilità di attingere a più fonti per lo stesso fatto, scavando nella rete (l’utente come conoscitore globale).

Ma allora il giornalista è prima di tutto una persona curiosa e fantasiosa, che trasmette questi suoi aspetti nel racconto dei fatti e nella trasmissione delle relative immagini, e in questo la separazione tra giornalisti tradizionali e digitali non ha senso d’essere, è antiquata, tanto che si può dire che oggi non esiste più.

Il giornalismo tradizionale, per conto suo, si sta avviando al modo di scrivere tipicamente multimediale, un po’ con titoli di articoli in prima pagina quasi scontati, che non sempre colpiscono il lettore quanto dovrebbero, e un po’ con un’inedita impaginazione, più improntata alle immagini e all’alleggerimento ottico degli articoli (si ha l’impressione di una perdita di autorità).

Il giornalismo online è invece più “democratico”, dato che offre al lettore la scelta circa il giornalista da cui attingere informazioni per la medesima notizia. Tale scelta tiene conto, ovviamente, della specificità della scrittura in Internet, che richiede sintesi, logica multitasking associata a percorsi di approfondimento frammentati dai link e tempestività nella pubblicazione della notizia.

Ciò è sicuramente un fattore di ambivalenza della rete, che produce alcuni svantaggi collaterali, come l’appiattimento nell’uso dei modelli e della creatività, incarnato nella figura del “giornalista passacarte”: troppa facilità d’accesso permette l’aggiornamento just in time, ma perde di attendibilità (verifica delle fonti, es. Wikipedia); ciò permette ad errori e refusi di entrare liberamente in circolo nella rete, mescolati alle notizie che spesso sono inutili o di dubbia utilità; la stessa sintesi applicata a tutti gli eventi finisce spesso per svuotare di significato l’evento stesso e dare l’impressione di non aver detto nulla.

La vera scommessa del buon giornalismo online allora deve essere il passaggio dalle fast news “appiattite” alle slow news, ma trattate con l’utilizzo della sintesi tipica del web. Questo è ancora più arduo se si considera che circa 1/10 degli italiani sceglie per informarsi la carta stampata, mentre già 1/5 si rifugia in Internet e 1/3 segue esclusivamente la televisione.

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