Il giornale web, tra Repubblica e Corriere




Un giornale online perché funzioni non deve oscurare quello cartaceo, in coerenza con il gruppo editoriale d’appartenenza, ma deve aumentare il numero degli utenti senza penalizzare la vendita in edicola. Eppure oggi si assiste ad un progressivo calo nella diffusione dei giornali tradizionali, a causa della crisi economica (che colpisce soprattutto le testate diffuse gratuitamente e le testate nazionali, più che quelle locali) e della mancanza di una versione web dei giornali locali, in grado di competere con la ricchezza di quelli nazionali.

Di qui, risulta l’evidente differenza fra diffusione e vendita, di cui si occupa l'agenzia ADS (Accertamento Diffusione Stampa), che fornisce periodicamente il dato sul numero di copie cartacee delle singole testate diffuse e vendute in Italia e, parallelamente, anche altre società specializzate nel conteggio di utenti dei giornali online. Queste agenzie raccolgono mensilmente statistiche circa le pagine viste e il numero medio di utenti al giorno. Attraverso i dati provenienti dal web è possibile ottenere molte più informazioni rispetto al tradizionale monitoraggio effettuato dalle edicole, ad esempio con il profiling dell'utente (quali e quante cose legge e da dove attinge quel materiale), chiave di lettura del new martketing editoriale, talvolta camuffato da “concorso a premi”. Google, ad esempio, propone Google Analitics, una funzionalità che effettua analisi di mercato comparate ed elabora dati da riutilizzare in termini di marketing.

Per questo tipo di dati, sul mercato si profilano nuove figure professionali in grado di leggerli e compararli costruendo rapporti d'interfaccia fra il contenuto e la tecnologia adatta a quest’ultimo: anche un articolo può essere allora oggetto di analisi statistica, che studierà quante volte è stato letto, da quale profilo utente e per quanto tempo l'utente si è soffermato a leggerlo.

In questo senso, Repubblica.it è il giornale web più letto in assoluto, motivo per cui ha deciso di cambiare layout, con una home page molto più lunga, barre menù e di navigazione ed un approccio legato alla notizia in tempo reale collegata agli archivi, ma il cambiamento più significativo è l'introduzione di molte più foto rispetto alle precedenti edizioni, in forza di un visibile potenziamento della tecnologia di rete. La formula adottata punta sull’auto-costruzione della notizia, sfruttando tecnologie che supportano più applicazioni contemporaneamente, più multimedialità ed interattività dei testi.

In questa nuova veste grafica, spesso più che notizie analitiche, si trovano veri e propri “pastoni” di notizie adatte al copia-incolla del back office del giornalismo digitale, impegnato nel cosiddetto clipping: prendere, selezionare e pubblicare. In alto, infatti domina l’informazione locale, resa in questo modo più visibile, e la navigazione appare sempre meno giornalistica in senso stretto e sempre più volta a proporre servizi: ecco comparire le icone pubblicitarie, spesso a cavallo di articoli, con l’esplicito intento di attirare l’attenzione del lettore, tanto da non permettere una chiara distinzione tra pubblicità tradizionale e web advertising. Sulla barra del menù si trovano dunque sia un’opzione seminascosta che consente l’immissione in canali pubblicitari già consolidata in altre testate, sia più esplicite icone di pubblicità vera e propria, indipendente dal giornale: si tratta delle nuove frontiere del web journalism, le cui logiche di mercato tendono a sovrastare quelle più propriamente informative.

Se già con le immagini web, il testo diventa sempre più un accessorio e sempre meno il protagonista, è l’andamento di scrittura orizzontale a rendere Repubblica.it conforme alle nuove regole di mercato: la nuova tecnologia telefonica, ispirata alle modalità di lettura possibile dagli smartphones, impone una lettura appunto orizzontale dei contenuti, secondo una logica che risponde all’aumento del numero di utenti in rete, ma che permette di rimanere almeno in parte fedeli alla versione cartacea, per questioni di linea editoriale e per non cannibalizzare le vendite in edicola o in abbonamento. Inoltre, il sito ha introdotto un’area “Premium” a pagamento, che, tra le altre cose, offre la possibilità di sfogliare interamente il giornale direttamente online.


L’altra testata online prevalente nel panorama italiano è quella del Corriere della Sera, che mantiene un’impostazione più tradizionale delle notizie, ma più dispendiosa in termini di tempi di lettura, con un andamento di scrittura verticale. Questa testata digitale offre una maggiore ricchezza di notizie rispetto a Repubblica.it, superando il maggiore limite di quest’ultima, lo scrooling complesso da gestire: più semplice, quello del Corriere dedica la maggior parte dello spazio alla pubblicazione “a rullo” delle notizie, che non prevede spostamenti tramite icone bensì attraverso dei percorsi. Ha una barra di scorrimento più breve e semplice, immediata, che riduce considerevolmente la parte dedicata all’informazione e alla multimedialità (video, blog, foto e lunghe gallerie di immagini appaiono solo dopo aver scrollato una serie di notizie minori). Gli articoli sono un lavoro di collage, in cui il giornalista sembra avere scarsa autonomia. Il Corriere online, in definitiva, non sembra porsi problemi di continuità concettuale e grafica con il cartaceo, per riformulare il suo aspetto in modo indipendente.

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