"Parla come mangi"




Prima La Musica, Poi Le Parole.
Cast: Anna Bonaiuto, Andrej Chalimon, Jacques Perrin, Barbara Enrichi, Gigio Alberti, Amanda Sandrelli, Giacomo Piperno, Anita Laurenzi, Fernando Maraghini, Rita Polverini
Regia e Sceneggiatura: Fulvio Wetzl
Anno di pubblicazione: 1999
Genere: Drammatico
Il professor Lanfranco vive con la moglie Clara, molto più giovane di lui, in una villa in Toscana ed ha da lei un figlio, Giovanni. Il rapporto tra i due coniugi non è sereno e la moglie è costretta ad abbandonare anche il bambino. Passati 7 anni, Giovanni, trovando il padre morto d'infarto, scappa di casa, ma parla uno strano linguaggio, linguaggio che persino Lanfranco utilizzava quando era in vita: è un misterioso italiano, pieno di enigmi. Dopo aver vagato per la campagna, sale su un autobus per la scuola vicina e, da lì, è portato nell'ospedale del paese.
Qui i medici pensano che quel linguaggio incomprensibile sia la conseguenza di un trauma e cercano di forzarne il cambiamento. Al contrario la psicologa Marina e l'infermiera Elena ritengono che si debba indagare sulla ragione intima di quelle parole, così rapiscono il bambino e lo portano a Volterra, a casa di Elena.
In quella casa Giovanni ha la possibilità di esprimersi con i colori, la gestualità, la musica e finalmente comincia a comunicare,permettendo a Marina di decifrare prgressivamente il suo codice misterioso formato da frasi, legate agli accordi musicali. Marina ricostruisce allora faticosamente gli antefatti della vita di Giovanni, incontra la madre Clara, e insieme tornano nella villa da dove Giovanni è partito.
Dieci anni dopo, Giovanni, ormai adulto, si è trasferito in Francia ma non ha dimenticato quel lontano idioma che ha caratterizzato la sua adolescenza.
[Fonte: it.movies.yahoo.com]



Il film di Weitzl costituisce un esempio azzeccato di come l'incomunicabilità spesso si celi nella lingua che parliamo comunemente. La metafora di un bambino socializzato ad un codice che utilizza gli stessi lemmi dell'italiano, ma che li combina in modo totalmente diverso, induce chiaramente a riflettere su come spesso il vero problema sia l'ascolto. I medici dell'ospedale tentano la rassicurante via della scienza medica, frutto della tradizione e del sapere convenzionato, quello che sì, senza ombra di dubbio, la lingua la sa parlare. Ma cosa significa saper parlare una lingua? Come si può pensare di parlarla correttamente se non si pensa ad altro se non all'autoconferma? Come si comunica senza feedback?
Ai posteri (e ai mediatori interculturali) l'ardua sentenza...

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